C'era una volta...

I nostri vini, la nostra famiglia

Per noi produrre vino significa fare un prodotto sano e genuino, da condividere con chi amiamo e con chi apprezza il vino romagnolo. Siamo viticultori delle nostre uve di qualità da oltre trent’anni, ma solo di recente produttori di vino e vogliamo essere per i nostri figli i precursori di una storia enologica destinata a durare nel tempo e diventare un riferimento sempre più importante per chi ama vini naturali.

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La Famiglia

“C’era una volta…” questo è l’incipit di ogni fiaba che ho letto a mio figlio da bambino e dato che per me coltivare la vigna e produrre vino è un sogno realizzato, ti racconterò come tutto è nato come se fosse la mia favola personale. Prima però ti voglio presentare la nostra famiglia…

Chi siamo?

Siamo eredi di antiche  tradizioni contadine. La memoria ci porta ai racconti dei bisnonni, Antonio e Clementina. Siamo agli inizi del 1900, quando la lavorazione  del terreno, strettamente funzionale all’alimentazione  della famiglia e degli animali domestici, si limitava alla coltivazione di cereali, erba medica, alberi da frutto,  vite e gelso per il baco da seta. La produzione del vino, fatta ad uso familiare e di pochi affezionati clienti cittadini, nasce negli anni 1950. Giacciono ancora oggi in cantina poche decine di bottiglie di sangiovese di quegli anni, confezionate  dal nonno Pietro e conservate in suo ricordo.

Negli anni successivi, con l’avvio del nostro percorso di conversione a biologico, a tenere viva questa nostra passione ha contribuito l’amico professore Giuseppe Casadei con consigli, suggerimenti che hanno guidato e stimolato il nostro interesse.

 

Il consulente tecnico

Col supporto di un enologo appartenente  ad un gruppo di prestigio nazionale, Attilio Pagli enologo Toscano che del Sangiovese e delle varietà del territorio ne ha fatto un suo baluardo, abbiamo avviato nel corso del 2017 l’attività di vinificazione che ha portato alla produzione di tre vini certificati biologici, di cui imbottigliato:

  • Forlì IGT Rosato, denominato SFUMATO, ottenuto con uve sangiovese in purezza;
  • Bianco da uve stramature, denominato STRAMA’ ottenuto da un uvaggio di albana, trebbiano, moscato bianco;
  • Romagna Sangiovese  DOC, denominato LAPRIMA.

Questi prodotti riteniamo che abbiano caratteristiche tali da considerarsi di elevata qualità. I nostri vini  esprimono infatti anche un valore ambientale per il nostro territorio.

Dove andiamo? Come lavoriamo?

Dove andiamo?

Obiettivi realizzati sono la vinificazione e l’imbottigliamento di un Romagna sangiovese superiore sottozona Predappio.

Nel corso del 2020 è entrato in produzione il nuovo vigneto di Famoso, si tratta di un vitigno autoctono con interessanti caratteristiche gusto olfattive che abbiamo vinificato nel 2021 e abbiamo proposto alla nostra clientela.

Come lavoriamo?

La qualità del vino è fortemente condizionata dalla quantità e qualità dell’uva prodotta, dove per qualità dell’uva intendiamo soprattutto corretta maturazione e assenza di problemi sanitari. Partendo da questo assunto, ne segue che  occorre operare scelte ben precise sin dalla progettazione del vigneto, individuando il vitigno più idoneo al sito che si ha a disposizione e, a seguire, il portinnesto e i cloni del vitigno più adatti a quel tipo di ambiente. 

Poi la tecnica colturale consente di fare tutti gli aggiustamenti del caso per finalizzare il risultato prefissato. 

Questi  due aspetti incidono sulla ventilazione, sulla compattezza dei grappoli, sulla consistenza  della buccia. 

Giunti al terzo anno la vite raggiunge la produzione di uva la cui qualità dipende dal carico di prodotto presente, ragione per cui la potatura invernale diventa un fattore importante per avere un carico di prodotto equilibrato.

Di fondamentale importanza è la sfogliatura precoce in fioritura o quando l’acino è appena formato. Questa permette di ottenere una chioma ben ventilata, diminuendo i rischi di malattia. [Si tratta di uno dei preziosi suggerimenti ricevuti dalla dottoressa Marisa Fontana risalenti ai primi anni del nostro percorso di conversione al biologico] Si migliorano così l’efficacia dei trattamenti e l’esposizione al sole del grappolo fin dalle prime fasi di crescita, a cui consegue anche un miglioramento della resistenza della buccia alle scottature. Questa attività viene fatta manualmente per evitare di danneggiare i grappoli, risulta efficace ma richiede un forte impegno di manodopera e quindi elevati costi.

La gestione dell’inerbimento del vigneto rappresenta un’attività importane al fine di controllare sia gli eccessi di vegetazione che di facilitare le lavorazioni in caso di periodi piovosi. Va ricordato che nell’agricoltura biologica è tassativamente vietato l’utilizzo di prodotti chimici quali i diserbanti .

Durante tutto il periodo di vegetazione/maturazione va puntualmente monitorato l’insorgere di malattie fungine come oidio e peronospora e/o da insetti (Tignole, Cicaline, ecc.), anticipando con i trattamenti ammessi il manifestarsi di detti patogeni.

Giunti alla vendemmia si valutano i valori di maturità tecnologica e fenolica così da decidere con la maggior precisione possibile il momento di raccolta per i distinti vini.